
Come e quanto rendono i contributi che abbiamo o che paghiamo all’Inps.
Siamo arrivati alla fine di questo anno “bisesto” e voglio con voi dare ancora i numeri!
Come avete letto nel mio ultimo articolo sto parlando di pensioni con dati ufficiali e non con opinioni.
Oggi vi parlo del coefficiente di capitalizzazione della pensione.
Ne avete già sentito parlare?
Il coefficiente di capitalizzazione della pensione è il tasso con il quale vengono rivalutati i nostri contributi che versiamo nelle casse dell’INPS.
Nel sistema contributivo è quel coefficiente che viene usato ogni anno per rivalutare il montante ossia il denaro accantonato dal lavoratore.
Si applica ogni anno per tutti gli anni di contribuzione, cioè gli anni che si è lavorato ad esclusione dell’ultimo prima di uscire dal mondo del lavoro, per il quale non vi è alcuna rivalutazione.
Perché a noi interessa questo coefficiente?
Ci interessa perché i soldi “investiti” nell’INPS devono rendere, per ottenere poi una pensione che teoricamente batta l’inflazione.
Cosa significa?
Se ho un rendimento del 2% con un’inflazione dell’1% il mio vero rendimento, il tasso reale sarà del 1%.
Vediamo come si rivaluta.
La rivalutazione è pari alla media delle variazioni del Pil nell’ ultimo quinquennio e viene comunicata ad inizio di ogni anno dall’Istat e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Traduco…. se il paese non cresce la nostra pensione non cresce.
E l’Italia come è messa? Stiamo crescendo?
Vediamo insieme la tabella la prima colonna indica il pil degli ultimi dieci anni e la seconda l’inflazione di pari periodo:
Quanto avranno reso i nostri contributi?
Facciamo mentalmente il calcolo del tasso reale dei nostri contributi …. pil – inflazione =
Possiamo fare affidamento, e parlo soprattutto per i giovani, a contributi e rendimenti reali? E saranno sufficienti?
Per ora non voglio fare ulteriori commenti, siamo a Natale e pure in un anno pesante, ma secondo me c’è da riflettere molto in particolare modo per la fascia giovane, mentre, per i più anziani come me pensare ai propri figli e nipoti è assolutamente necessario.
Per i giovani, infatti, oltre a questi numeri dovranno fare i conti con una discontinuità lavorativa, il posto fisso con contributi “fissi” sarà per pochi, il calo demografico incederà sempre di più sui consumi, aumentando sempre di più gli anziani ci saranno minori consumi, quindi meno pil e più pensioni da pagare a persone che vivranno più a lungo.
La situazione non è rosea e chi non vuol vederla, beh vi invito sempre a ricordare i miei due clienti che ho portato ad esempio: la signora che vive con i figli per poter tirare avanti e l’altro che avendo iniziato a 18 anni ad accantonare piccole cifre, ora si la gode con la moglie.
Ecco anche per oggi ho finito di dare i numeri e se anche voi volete darli con me non esitate a contattarmi.
Anche qui trovi i miei contatti:
Vi aspetto alla prossima puntata, con le soluzioni alla previdenza… dopo Natale.
Buona giornata e grazie di avermi letto.