
È il secondo fallimento bancario più grande della storia americana ed il primo dopo la crisi del 2008.
Giovedi 9 marzo, dopo il tentativo della Silicon Valley Bank di risanare un buco di bilancio di circa due miliardi di dollari con un aumento di capitale, le proprie azioni sono crollate di oltre il 60%.
Questa notizia ha suscitato panico tra i clienti della banca che si sono precipitati a ritirare i loro depositi, dando origine ad un vero e proprio assalto agli sportelli.
Il 10 marzo, a causa della conseguente assenza di liquidità ed insolvenza, la banca è stata chiusa.
La Silicon Valley bank che da 40 aveva annoverato tra la propria clientela le maggiori aziende tecnologiche della prestigiosa Valle americana è fallita.
Che cosa può essere successo
A seguito dell’aumento vertiginoso dell’inflazione, le banche centrali hanno aumentato i tassi di interesse, ma lo hanno fatto troppo in fretta, perché loro stesse erano in ritardo pensando che si trattasse di un fatto passeggero.
I moltissimi clienti della Silicon Bank che avevano depositato i loro capitali a tassi bassissimi, non potendo più ricorrere a prestiti per l’innalzamento tassi, si sono trovati con un impellente bisogno di denaro prelevando dai loro depositi e causando alla Banca uno sbilancio dovuto proprio al ridursi della liquidità.
Da qui la decisione della banca stessa di vendere parte dei propri investimenti.
Investimenti cosiddetti “sicuri” che rendevano 1.20% all’anno a fronte di un orizzonte temporale oltre 4 anni, ma che, a causa dell’aumento dell’inflazione ed il conseguente aumento dei tassi di interesse, attualmente erano in perdita.
Come mossa riparatrice la Banca ha effettuato un aumento di capitale, innescando però una reazione a catena, perché più vende più aumenta la perdita e più deve fare aumento del capitale dando più visibilità all’accaduto, spaventando per conseguenza i clienti che a loro volta prelevano i loro depositi.
Una sorta di cane che si morde la coda.
Risulta inoltre che la Silicon Valley Bank avesse una costituzione finanziaria totalmente opposta a quello a cui noi siamo abituati in Europa e soprattutto in Italia, ossia che fosse totalmente priva di una diversificazione finanziaria al suo interno.
Aveva un elevatissimo numero di clienti caratterizzati in prevalenza da piccole medie imprese e fondi natur capital.
Prestava denaro sempre alla stessa industria ed aveva dei rischi molto concentrati.
Il parlamento americano sta facendo di tutto per scongiurare l’effetto domino sulle altre banche al fine di evitare una crisi sistemica.