
Oggi voglio affrontare il tema della demografia e l’impatto che ne ha sul tema della previdenza italiana.
È proprio di questi giorni la notizia che l’agenzia di rating Moody’s, bocciando quota 100, sottolinea che l’Italia ha una spesa previdenziale elevata, seconda alla sola Grecia e, allo stesso tempo, si evince che siamo il terzo Paese più vecchio al mondo con un’età media di 46 anni, il primo è il Giappone con 48 anni.
Guardiamo questi dati:
Nelle tabelle sono presentati i dati relativi alla piramide demografica italiana (per fasce d’età e sesso) relativamente all’anno 1955, 1970 e la relativa proiezione nell’anno 2030 e 2065.
Senza voler entrare in aspetti tecnici, il dato più importante da considerare è la variazione del rapporto tra popolazione in età lavorativa (guardate le fasce dai 20/24 ai 65/69) e popolazione inattiva (parte alta e bassa della piramide). Come si può notare, nel periodo considerato, la piramide demografica italiana cambia radicalmente con una forte riduzione sia della popolazione attiva in età lavorativa sia dei giovani ed un aumento considerevole della popolazione in età pensionabile.
In Italia la popolazione over 65 passerà dall’attuale 22% al 30% nel 2040 con la conseguente riduzione delle persone in età lavorativa (13% in meno paria 5.000.000 di lavoratori).
Tutto questo, cosa può significare per noi?
I conti pubblici dipendono, com’è ovvio, dall’equilibrio tra entrate ed uscite: la tassazione sui redditi serve per pagare le uscite rappresentate dai servizi principali come la sanità, l’assistenza sociale, la retribuzione degli statali come medici, insegnanti, forze dell’ordine e PENSIONI.
Pertanto, se la popolazione che lavora si riduce, proporzionalmente si riducono le entrate future e per conseguenza anche i servizi, sempre che non aumenti il debito, ma quest’ultimo, quanto potrà ancora aumentare senza lo spettro del default?
Questo è uno dei principali motivi per cui gli investitori internazionali stanno abbandonando l’Italia riducendo l’acquisto del nostro debito pubblico e la ragione per cui l’Italia è vista oggi come un problema nel mondo.
È assolutamente necessario non dimenticare che abbiamo un costante e lento calo delle nascite, ossia i futuri lavoratori: ogni donna oggi è madre di 1,3 bambini (è statistica, non chiedetemi come è fatto il bambino 0.3!)
Ecco il motivo per cui mi è caro il tema previdenziale per i nostri giovani e non solo; forse è meglio avere qualcosa meno oggi per vivere dignitosamente domani.
Questi, purtroppo, sono dati veri e non mia opinione, memore che la demografia è una scienza esatta: oggi non può più nascere chi non è nato ieri.
Relativamente alla demografia, faremo ulteriori riflessioni.