
Eccoci alla terza puntata del ciclo relativo alla finanza comportamentale, ed in particolare oggi vi spiego che cos’è la “dissonanza cognitiva”.
Vi è mai capitato di sentire dire o addirittura avere detto voi stessi dopo un’abbuffata di dolci:
“Eh dai, per una volta! La vita è breve, godiamocela!”, oppure: “Mio nonno mangiava e beveva senza problemi ed è vissuto fino a 100 anni” e ancora “… di qualcosa si deve pur morire!”.
La dissonanza cognitiva è il meccanismo, spiegato da Leon Festinger psicologo e sociologo americano già nel 1957, che ci fa fare scelte istintive ed irrazionali.
Ecco la dissonanza cognitiva si ha quando nella nostra testa abbiamo due situazioni tra loro opposte che ci disturbano, ci danno fastidio e per questo istintivamente cerchiamo qualche modo per evitarle accuratamente.
Si cercano cioè delle vie più veloci e comode, quelle che ci sacrificano meno: per tornare agli esempi citati, cerchiamo conoscenti sopravvissuti alle grandi abbuffate di dolci, oppure a fumatori incalliti che non si sono mai ammalati.
Ricerchiamo le sole notizie comode per noi, giustificazioni a noi stessi, ingannandoci… per comodità.
La stessa cosa si verifica in finanza.
Quante volte si sente dire:
“Piuttosto che perdere soldi in borsa, li tengo in conto corrente”,
Oppure: “Preoccuparmi della previdenza? Ma a che serve, tanto io muoio prima, mica ci arrivo alla pensione”,
“Sottoscrivere una polizza caso morte? Non la farò mai, mi porta sfortuna!”,
E ancora: “Assicurazioni? No grazie, sono soldi buttati.”
Sono sufficienti come esempi?
Da una parte riusciamo a capire che lasciare i soldi in conto non è la scelta migliore, ma scegliere il che cosa fare è impegnativo.
Integrare la propria pensione sappiamo che si debba fare, ma indubbiamente è meglio farsi un bel viaggio, magari una crociera.
Si rimanda il problema e si è tranquilli.
È chiaro che dietro ad ogni frase c’è una parte di noi che comprende bene il problema, ma dall’altra si sceglie la via più comoda per risolvere il conflitto.
Come fare per risolvere queste conflittualità?
Vi propongo tre soluzioni… più una!
- Scegliere liberamente, consapevoli di essere in una dissonanza. Mi rendo consapevole che, tornando all’abbuffata di dolci iniziale, mi si alza la glicemia che mi porta a gravi problemi.
Quando comprendiamo la gravità di un problema, la soluzione è già molto vicina.
- Cambiamento graduale. Un passo alla volta solo così sarà meno traumatico.
Cambiare le abitudini è sempre faticoso. - Si devono mettere al bando le imposizioni. Ricordate da bambini, quando ci dicevano di non fare questo o quello? Fantastico disobbedire!
Ora da adulti è lo stesso, quindi meglio la gradualità.
Suggerire e mai forzare.
La dissonanza cognitiva è un alibi, un inganno a noi stessi.
Ci raccontiamo delle bugie per stare bene oggi, ma domani?
Come ultima soluzione, che è più un consiglio, è quella di fare un elenco dei motivi per cui valga la pena di cambiare ora.
Nella pianificazione finanziaria, facciamoci aiutare da un buon consulente finanziario.
In finanza risolvere in autonomia è difficile, le dissonanze cognitive in questo ambito sono tante ed insidiose.
Leggevo, relativamente a questo tema sulla piattaforma di formazione professionale Kaidan questa frase di Dostoevskij che si addice perfettamente a quanto trattato:
Se volete approfondire con me scrivetemi o telefonatemi, qui i miei contatti: