
Come anticipato la volta scorsa, da oggi inizio ad affrontare il tema della finanza comportamentale e come primo argomento vi parlerò delle emozioni e di come veniamo “traditi” dalle emozioni.
Proprio così, le emozioni sono la causa principale dei nostri errori in materia di investimenti e risparmio e non solo.
Paura, avidità, consenso, autostima, timore di comportarsi in modo diverso, sono tra le principali emozioni causa dei nostri errori.
La paura ci fa vendere quando il mercato scende… quante volte mi sono sentito dire:
“eh… questa volta non è come le altre, te lo assicuro io!”
A marzo dello scorso anno ne ho sentite tante di queste affermazioni…
Quando il mercato sale si compra ancora nella paura (sempre la paura) di “perdere il treno…”
Riflettendo con freddezza invece, sarebbe il caso di vendere quando il mercato sale.
Compra vendi e poi piangi è meglio che comprare tenere e poi piangere …. Non credete?
Sapete quale fu la prima bolla della storia?
Fu la bolla dei tulipani, in Olanda nel ‘600.
Tutti guadagnavano con i bulbi tanto che l’enorme domanda di nuovi fiori superò ben presto la loro offerta, a causa del lento ciclo riproduttivo, cosicché i prezzi delle specie più ricercate di tulipani subirono delle continue spinte al rialzo. All’epoca si arrivò a considerare il bulbo del tulipano come un solido investimento, in quanto rappresentava un “concentrato di fiori futuri”; venne quindi utilizzato come un’embrionale forma di “future” sul tulipano
L’espansione commerciale dell’Olanda (grazie al suo dominio delle vie marittime verso le Indie orientali), con l’ampliamento dell’economia e l’accrescimento della ricchezza finanziaria privata, favorì lo sviluppo di questa bolla: non solo gli intenditori e appassionati di fiori (“per hobby”) appartenenti alle classi più agiate, ma anche fioristi-commercianti delle classi meno abbienti iniziarono a partecipare, a partire dal 1635, in modo sistematico e organizzato alle transazioni su bulbi di tulipano anche di specie più comuni.
I prezzi ben presto ebbero un andamento del tutto slegato dalla realtà dando luogo ad una vera e propria “bolla” (termine che ben riflette la <> diffusa tra i commercianti di tulipani). Si arrivò addirittura a vendere immobili per poter acquistare i diritti sui bulbi più grandi e pregiati.
La bolla dei tulipani culminò nella famosa asta di Alkmaar del 5 febbraio 1637, in cui centinaia di lotti di bulbi furono venduti per un ammontare monetario di 90.000 fiorini (l’equivalente di circa 5 milioni di euro), ossia ciascun bulbo venduto al prezzo medio pari al reddito di oltre un anno e mezzo di un muratore dell’epoca.
Nei giorni immediatamente successivi, la febbre dei tulipani si tramutò all’improvviso in panico: fu sufficiente che ad Haarlem un’asta di bulbi andasse deserta per provocare il c.d. panic selling incontrollato e far precipitare i prezzi di mercato in tutto il paese.
In effetti anche nel nostro noto, se il nostro amico fa così, i nostri colleghi fanno lo stesso, i vicini di casa la stessa cosa, al bar tutti dicono di acquistare lo stesso prodotto, cosa si è portati a fare?
Certamente viene voglia di provare a fare la stessa cosa!
Agire in modo diverso ci vuole coraggio, andare controcorrente è difficile ci vuole forza.
Mi è capitato spessissimo nei periodi in cui il mercato sale molto, in tanti sono pronti ad entrare, mentre quando i mercati volgono al ribasso, momento vantaggioso per investire, scappano a gambe levate.
Ricordo che nel periodo che fu chiamato “la bolla Internet”, una Signora non volle più essere mia cliente perché mi opposi con fermezza ad una sua richiesta di investimento in un comparto tecnologico, già presente nel suo portafoglio e già consolidato, perché era salito davvero molto…
Portò i suoi risparmi presso un altro Istituto investendo come dà suo desiderio in comparti tecnologici, ma poco dopo crollarono!
Warren Buffet, guru della finanza, dice :
Un altro errore dovuto all’emozione è il rimpianto…
Quante volte si dice: “Se solo avessi o non avessi fatto quella tal cosa”.
E proprio il rammarico ci porta a decisioni sbagliate ancora prima di prendere certe decisioni certe decisioni.
Attenzione allora alle emozioni, mai prendere decisioni istintivamente, riflettiamo o facciamoci aiutare da professionisti del settore, come ho scritto sul mio programma di consulenza che consegno ai miei clienti all’inizio di ogni nuovo rapporto, citando il prof. Bertelli:
“Il consulente non è simpatico, anzi. È colui che ci suggerisce di fare le cose che non vogliamo fare, ma che sono quelle corrette per noi”.
Oggi è stata un pochino più lunga del solito, ma sono certo che ne sia valsa la pena.
Vi aspetto alla prossima.