
Sono piacevolmente stupito perché – forse sarà per la ristrutturazione data al blog – in questi ultimi giorni ho ricevuto diverse richieste di chiarimenti e di suggerimenti da parte di alcuni utenti.
Noto che c’è l’esigenza di capire e di essere seguiti.
In particolare, una delle domande più frequenti è: “Cosa posso fare per questo investimento che è in perdita, meglio mediare, vendere o tenere?”
Sembrerebbe una domanda semplice, ma in realtà non è esattamente così.
Prima di tutto è necessario capire il perché sia stato scelto quel tipo di investimento, in termini di obiettivi e di orizzonte temporale.
Quale sia la capacità di risparmio dell’investitore ed inoltre bisogna anche sapere come è composta la restante parte del patrimonio.
Molte volte ho detto che spesso si investe a caso, ci si affida al sentito dire o a qualche blanda lettura dei giornali senza dare però un senso vero e proprio all’investimento.
Ho partecipato qualche giorno fa ad un corso di formazione e voglio condividere con voi un’immagine che è stata proiettata (ringrazio il collega Claudio Carella per l’opportunità) e che mi ha colpito molto e che può essere molto utile a tutti voi:
Credo che si dovrebbe stamparla perché di grande aiuto per chiarire le idee sulla giusta collocazione di ogni investimento.
Si deve sempre partire dalla base, che deve essere ben solida come le fondamenta di una casa; se la casa non ha buone fondamenta non può reggere, al minimo assestamento rischia crepe se non addirittura di peggio.
Quindi il primo step, la base, se vogliamo le fondamenta, è la tutela (patrimonio, reddito, salute e quiescenza): di solito tutto questo però viene messo in secondo piano, del resto è risaputo che il popolo italiano è fatalista… “ma non capiterà a me, al massimo …. ci penserò!”
Spesso ai bisogni si sostituisce la ricerca del rendimento cercando il “vincere facile”: questo è l’errore più comune, dove le delusioni dell’investimento stesso sono in agguato.
Vi faccio un piccolo esempio: un investitore di 40 anni sta investendo nella propria previdenza complementare, considerato il fatto che è un’integrazione alla pensione e che questa avverrà all’incirca tra 27, ha scelto un comparto azionario.
Succede, esattamente come quest’anno, che il mercato crolla.
Non c’è da preoccuparsi, l’investimento fatto dal quarantenne non gli serve ora, ma gli servirà, come abbiamo visto, tra un po’ di anni; pertanto, avrà tutto il tempo per recuperare, inoltre quando il mercato scende si comprano molte più quote a prezzi più bassi.
È un’opportunità, non un problema.
So benissimo che non è facile essere così razionali, l’emotività purtroppo gioca sempre brutti scherzi e tende a far passare l’investimento previdenziale in altri strumenti nel momento peggiore, causando perdite importanti.
Anche Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia nel 2002, dice che il valore tra perdita e guadagno è asimmetrico: “Fa più male la perdita di una certa somma rispetto alla soddisfazione di vincere una somma equivalente.”
Per questo investiamo male con grandi delusioni.
Ed ha proprio ragione.
Siamo quasi arrivati alla fine di quest’anno, prepariamoci ad affrontare il 2023 in modo consapevole ma soprattutto razionale, ovviamente con la speranza che possa essere un anno migliore.