
Molti lavoratori e anche qualcuno tra voi che legge, hanno scelto di non pensare a dove mettere il proprio TFR, se lasciarlo in azienda o metterlo nel fondo pensione.
Per questa “non scelta” solitamente ci sono due giustificazioni:
La prima, si dice “faccio come si è sempre fatto, lo lascio dov’è”.
La seconda “Non ho voglia di informarmi tanto non ci capisco nulla di queste cose”.
E lo lascio in azienda, ma che fine fa? Te lo sei mai chiesto?
Dipende da quanti dipendenti ha l’azienda per cui si lavora, se fino a 49 o dai 50 in su.
Oggi, anziché redigere classifiche (per altro assurde e vedremo perché) su chi vince quest’anno tra TFR in azienda o Fondi Pensione, desidero informarvi su cosa succede al vostro TFR se decideste di lasciarlo in azienda.
Chiedo di continuare a leggere anche agli imprenditori, ai lavoratori autonomi ed ai liberi professionisti: questo argomento è utile per sensibilizzare i vostri dipendenti o per “costruirvi” il vostro TFR personale cosa estremamente importante.
Tornando a noi
Per i lavoratori di aziende fino a 49 dipendenti
Lasciando il TFR in azienda qualora quest’ultima avesse problemi di liquidità si potrebbero avere grossi problemi ad avere in tempi brevi i propri soldi in caso di cessazione di rapporto di lavoro se non addirittura, in casi molto gravi riceverne una piccola parte.
Diversamente se l’azienda è solida e non ha problemi, ottimo! Ma, in questo caso, lasciando il TFR in azienda, SI RINUNCIA ad una parte di retribuzione perché convogliando il TFR su un fondo pensione si può avere un contributo aziendale direttamente sul proprio fondo pensione, in alcuni casi è anche obbligatorio.
Vale la pena lasciare il proprio TFR in azienda?
Per i lavoratori di aziende con più di 50 dipendenti
Nel 2007 il Governo Prodi ha costituito il Fondo Tesoreria, nel quale vengono versate obbligatoriamente le somme di TFR dei lavoratori che hanno optato di lasciarlo in azienda. Si potrebbe dire che è meglio così. Invece no, non è proprio meglio e vediamo perché:
Per prima cosa le aziende non hanno più la disponibilità di questa liquidità, che non è cosa così grave, ma a volte potrebbe anche tornare utile.
Il lavoratore si deve chiedere dove vanno a finire i propri soldi.
Nelle più rosee intenzioni, il Fondo Tesoreria doveva servire per finanziare grandi opere e infrastrutture del nostro bel Paese, ma nel 2008 cadiamo in recessione e successivamente, nel 2009, nella grande depressione.
Conseguenza? I soldi accantonati vengono usati per le spese correnti dello Stato: stipendi della pubblica amministrazione, politici e per le varie esigenze dello Stato.
Nella pratica il Fondo tesoreria diventa il bancomat dello Stato: utilizzato per diverse finalità.
E tutto ciò non è di certo investimento per finalità previdenziali!
Spiego meglio.
Le aziende versano nel Fondo Tesoreria, gli importi vengono prelevati e spesi dallo Stato.
Il lavoratore accede alla pensione e si rivolge alla propria azienda per riavere il proprio TFR.
A sua volta l’azienda si rivolge al Fondo Tesoreria che liquida.
Che rendimento ha? La solita rivalutazione TFR annuale (1,5% + 75% inflazione) e chi la remunera? L’azienda stessa!
Ha senso tutto questo?
È una partita di giro senza perfettamente inutile.
La Corte dei conti ha già lanciato l’allarme in quanto utilizzare il fondo tesoreria aumenta il debito dello stato e come potranno fronteggiare le prestazioni senza avere coperture certe; la corte ha definito questo un “esproprio senza indennizzo”.
La magistratura afferma che “simile prelievo senza correlato onere di ricostituzione del fondo costituisce un azione di tipo espropriativa senza indennizzo o comunque di prelievo fiscale indiretto nei confronti delle categorie interessate q versamenti finalizzati a scopi be diversi dal sostegno della finanza pubblica”
La magistratura denuncia la mancanza di rendicontazione dal 2011: il rischio di avere le tasche vuote è alto.
A noi tutti una domanda: quanto è sicuro lasciare il proprio TFR in azienda sia sotto che sopra i 50 dipendenti?
Se desideriamo una garanzia massima perché il nostro TFR ci venga liquidato e venga utilizzato per la nostra Previdenza forse la scelta più utile, urgente e sicura è versare nella previdenza complementare.
InformazioneFormazione è importante per saper scegliere.
Per concludere vi racconto una storia di due giornalisti, Fiorina Capozzi e Gaia Scacciavillani letta a giugno di quest’anno.
Volevano ottenere una “Relazione sull’uso delle somme del fondo tesoreria” per capire che fine avessero fatto i soldi del TFR di migliaia di lavoratori italiani.
Legittima richiesta.
Dove vanno come prima scelta? al Ministero del Tesoro.
Ministero del Tesoro: non è di nostra competenza. Va fatta al Ministero del Lavoro.
Ministero del lavoro: non è di nostra competenza. Va fatta all’Inps.
Inps: no, non è di nostra competenza. Va fatta al Ministro dell’economia e delle finanze.
Conclusione: i lavoratori dipendenti hanno accantonato quasi 35 miliardi di euro e nessuno sa che fine abbiano fatto!
Ieri mattina – giovedì 3 ottobre – terminato di scrivere questo articolo verso le 6.30, come mia consuetudine, inizio a leggere i quotidiani e sul Sole 24Ore cosa trovo?
Questo articolo che conferma – purtroppo – quello sopra denunciato dalla Magistratura: il fondo tesoreria è ad un passo dal disavanzo. Attenzione!