
Mi sono posto una domanda: quanto la pandemia può avere influenzato il mercato immobiliare?
Inizio con alcune considerazioni:
- Dal 1995 il mercato immobiliare della grande Milano è sceso del 9% (fonte The Economist settimanale d’informazione politico-economica e non qualcuno che abbia interessi immobiliari e che voglia semplicemente denigrare questo settore…), come evidenziato nella foto seguente:
Ora mi sembra di sentire i cori: “ma il valore del mio immobile no, non è mica sceso”!
- Nomisma, Società di Consulenza Strategica ed Aziendale, dice che rispetto al 2019 sono calate le vendite degli immobili tra le 40 alle 110 mila unità e nel prossimo biennio le quotazioni potranno scendere ancora tra l’1,1 e il 3,1%, con perdite di ca 22 miliardi – Milano compresa –
- Se il patrimonio totale degli italiani è pari a ca. 5550 miliardi di euro, abbiamo unità immobiliari per ca. 34,8 milioni pari al 34% per residenza, tutte le altre? Non credo che siano tutti immobili che si utilizzano in proprio ma che vengano utilizzate come investimento puro, cioè per ricavarne un affitto e/o la rivalutazione dell’immobile stesso.
Per essere più precisi: “Le dichiarazioni dei redditi mostrano anche che circa il 34,2% degli immobili – cioè 19,5 milioni di unità – sono abitazioni principali, a cui si somma un ulteriore 23,3% relativo a cantine, soffitte, box o posti auto, per un totale di circa 13,3 milioni di unità.
Ipotizzando che ad ogni abitazione corrisponda un nucleo familiare, risulta che il 75,2% delle famiglie risiede in abitazioni di proprietà.” (Credits: Il Fatto)
- Se ci sarà una patrimoniale che colpirà il risparmio degli italiani, saranno gli immobili ad esserne colpiti con più facilità
- A livello demografico c’è la fascia anziana della popolazione che “amante” delle case sta dirottando in eredità una quantità importante di case ai propri figli e per conseguenza ai nipoti che ereditano altre case dai propri genitori.
Ne deriva che le nuove generazioni saranno costrette a immetterle sul mercato per vivere! Gli immobili bisogna mantenerli e drenano denaro.
A tale proposito c’è da fare un’ulteriore considerazione: le nascite sono in continuo calo, pertanto chi erediterà sarà sempre meno per nucleo familiare.
Vi siete chiesti cosa se ne faranno le nuove generazionidegli immobili?
Certo li potranno affittare, ma a chi? Con quale garanzia di reddito? Come gestiranno il mantenimento degli stessi?
Mi direte che li venderanno, certo, ma se tutti faranno la stessa cosa? Cosa succederà?
Basta meglio che mi fermi qui.
Dopo questa premessa mi chiedo: ma allora perché in molti sono ancora fissati con l’immobile?
Il valore degli immobili è in continuo calo e questo dura da tempo, ma la voglia di immobile rimane.
Ma allora se si perde perché si tiene?
Visto che tutti noi siamo esseri emozionali e non economisti razionali, compriamo immobili perché ci sentiamo sicuri: la casa la vedo, la tocco, è concreta e… non è quotata tutti i giorni sul giornale. In più il denaro che ho usato per acquistarla e quello che uso per mantenerla me lo dimentico (ben poche persone se lo ricordano).
L’immobile è sentito come cosa propria, ha un valore, non un prezzo.
Una recente indagine Ipsos ha evidenziato una contro tendenza, sembra infatti che sia in Italia ma anche in Europa, non si risparmi più per acquistare la casa per un domani, ma per altre priorità come per esempio rimborsare i debiti contratti per la laurea o i master, vivere in location ideali (rigorosamente in affitto) o addirittura si preferisce spendere per i propri hobbies e interessi.
In più a seguito dell’attuale emergenza sanitaria del covid-19 con il lockdown, la casa anche piccola in centro, in zona di pregio, esclusiva non la si vuole più!
La casa, per proteggerci dal covid 19, ha mostrato le sue debolezze di buona vita: ora deve essere vivibile e di valore, deve avere uno spazio per lo smartworking (almeno per due) e perché no, uno spazio dove poter mettere almeno una cyclette!
Alcuni costruttori stanno già ridisegnando gli appartamenti nati per ospitare mono e bilocali, per essere pronti alle nuove richieste che sicuramente arriveranno, anche se non subito, per i pochi che potranno permetterselo con nuove caratteristiche: grandi metrature, bei terrazzi, zone per la consegna a domicilio, un’abitudine divenuta comodissima in quest’ultimo periodo (a chi non piace ricevere qualsiasi cosa direttamente a casa) ma che non perderemo, anzi si svilupperà.
Quindi, attenzione ad avere troppe case: il loro valore è destinato a ridursi e non potranno avere rivalutazioni importanti come successe anni fa; ricordo che venne causato solamente da un’inflazione galoppante e dallo storico cambio lira/euro.
In ultimo considerando che:
la popolazione italiana diminuisce, non nascono bambini se non pari a 1,3 per donna;
tanti giovani se ne vanno dall’Italia;
l’Italia è ferma nella produzione ed è piena di debiti: abbiamo un debito ad oggi di 43.000€ a residente – neonati compresi -;
l’analisi del proprio patrimonio immobiliare insieme a quello che si erediterà sarà da prendere in seria considerazione al fine di trovare le corrette soluzioni per non ritrovarsi ad avere un ulteriore fonte di spesa che toglierà risorse ai nostri progetti, ma più ancora alle nostre tutele per far fronte alla vecchiaia, all’inabilità e all’autosufficienza.