Siamo euforici o depressi?
In questi giorni sono uscite due interessanti indagini sul
modo di investire di noi italiani, che mi hanno fatto molto riflettere in
quanto il dato più rilevante è che abbiamo una passione infinita per la visione
a breve termine: qui e ora.
Nell’indagine Einaudi si conferma anche nel 2019 l’avversione al rischio degli
intervistati, anche a costo di sacrificare il rendimento.
Quando impiegano il risparmio, gli intervistati continuano a mettere al primo
posto l’obiettivo della sicurezza (62,2% vs. 59,6% nel 2018); al secondo posto
si conferma il bisogno di liquidità (37,9%).
Traduco nella pratica: risparmio e lascio in conto
cercando in modo spasmodico una banca che mi dia un rendimento.
Inoltre, i risparmiatori sono risaliti dal 39% del 2013 al 50%.
È anche aumentata la percentuale di reddito messa da parte, oggi è arrivata al
12,6% rispetto al 7,7% del 2003 (anno in cui i risparmiatori raggiungevano il
56%).
Nel clima di insicurezza percepito, risparmiamo
di più lasciando i soldi in conto.
I più
agguerriti ricercano il solo rendimento accollandosi dei rischi per
qualche decimo di punto troppo alti e sperando nel breve termine.
E se spesso sbagliano il tempo di ingresso: la colpa? Sempre e solo degli
altri.
L’indagine di Schröder nel suo Global Investor Study 2019 specifica che il 64%
degli italiani nel 2018 ha apportato cambiamenti al proprio profilo di rischio
dei propri investimenti perché negli ultimi tre mesi la volatilità era alta e i
mercati crollavano.
Sono usciti dal mercato che però dal 3 gennaio 2019 è risalito recuperando
tutta la discesa!

Ma quando l’investitore riacquista
la fiducia di rientrare, il mercato ha già fatto tutto quello che poteva fare.
Stiamo parlando sempre di breve termine : investiamo “IN” non investiamo mai
“PER” (leggi a tal proposito leggi articolo
del 31 maggio).
Un altro dato interessante uscito da queste ricerche è la propensione dei
risparmiatori a modificare i propri investimenti ogni 2.2 anni e i millennials
(quelli che oggi hanno tra i 18 e 36 anni) ogni 1.9.
Questo tipo di risparmiatori/investitori, rincorrono il mercato cercando un
rendimento; spossati lasciano poi i soldi in conto a rendimento negativo e sono
contenti dicendosi “almeno non perdo nulla”.
Così facendo, non comprendiamo 3 aspetti:
- Non finanzio i miei progetti di vita “consapevolmente” sperando sempre nella buona sorte
- Non utilizzo la finanza per cambiare il mondo in meglio
- Non faccio lavorare attivamente i miei risparmi. Come afferma oggi Larry Fink, cofondatore e presidente del colosso finanziario BlackRock: “Mettere i vostri risparmi in un conto in banca anche se ci sono interessi negativi è una rovina. Una delle ragioni per cui l’Europa non migliora è che tutti questi soldi stanno dormendo, non sono al lavoro attivamente per i risparmiatori.
Il modo di
investire ha una rilevanza etica e sociale: non hai mai pensato a questo
aspetto?
Questo blog – informazioneformazione – vuole contribuire a dare una
consapevolezza finanziaria ed una etica all’investitore solo a chi a chi lo
desidera.
Voi direte ovvio, ma chi non desidera questo?
Io mi chiedo perché le persone continuino a fare gli stessi errori, a volte
anche consapevolmente e non hanno la curiosità, la voglia di imparare o di
lasciarsi guidare o semplicemente di leggere?
Spesso, e lo so per certo, si legge il titolo, si guarda la foto
dicendosi: “Leggo dopo, tanto non capisco! Non ho tempo”. Ma si sa che si sta
mentendo.
Fai conoscere il mio blog ai tuoi amici, invitandoli a iscriversi alla new
letter, può essere utile per avere qualche nozione in più sul mondo
finanziario.
Ci conto.