

Quando parlo di demografia l’istinto dice: “Ma a me cosa interessa”?
Quando parlo di pianificazione finanziaria o patrimoniale l’istinto dice: “Uffa, sempre le stesse cose”.
Quando arriva l’informatore da Clerici, l’istinto dice: “Ecco, la solita pubblicità!” oppure “Tanto non ci capisco nulla”, o ancora “Non ho tempo, ho cose più urgenti da fare”
Mettiamo da parte l’istinto ed utilizziamo 10 minuti, almeno una volta ogni 15 giorni, per impegnarci nella nostra Educazione Finanziaria, con il medesimo atteggiamento di quando scegliamo la meta delle nostre vacanze o dobbiamo cambiare la macchina, la bicicletta o lo smartphone.
Leggendo un articolo su un sito che utilizzo per la mia formazione continua (Kaidan), trovai qualche tempo fa una domanda: “Investi IN qualcosa o PER qualcosa?”
Investire IN qualcosa è semplice, facile e deresponsabilizzante: scelgo o mi fanno scegliere uno strumento e se va bene sono bravo o forse Clerici è bravo, se va male Clerici non mi segue! (Non ci si accusa mai di qualcosa!). Se il mercato sale, non penso al mio investimento, ma dentro di me penso: “Cosa incontro il mio Consulente a fare? A cosa serve?”
Se il mercato scende il mio cervello cade nell’ansia, nella paura della perdita e così urlo drammaticamente: “Clerici non mi segue, non si fa sentire! Lo devo vedere subito, aiuto! “…… (magari c’eravamo sentite qualche settimana prima e si era pensato “Cosa mi chiama a fare?”)… Nel frattempo Trump scrive un Tweet a Xi Jinping, e …
E il mercato va di pari passo anche ai tweet o alle incertezze politiche, se non ce ne siamo accorti!
Ci si limita alle aspettative di rendimento e le normali oscillazioni di mercato generano sempre decisioni emotive che compromettono la buona riuscita degli investimenti.
Questo modo di affrontare l’investimento non ha alcun punto di arrivo, si sceglie sull’emozione.
Infatti, se leggiamo il grafico che segue, preso da un articolo del Sole 24 ore, possiamo notare come entrare ed uscire dal mercato porta sempre a perdite: indovinare la tendenza del mercato è difficile, è solo fortuna, può capitare in quanto non può essere mai calcolato da nulla; il mercato finanziario è spesso indecifrabile ed irrazionale: queste non sono mie opinioni ma è la statistica che lo afferma.
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A confronto
Le performance di 10mila euro investiti sull’indice MSCI Europe tra il 2004 e il 2018 con i ritorni % annualizzati. (Fonte: elab. su dati Jp Morgan Am)
Le performance di 10mila euro investiti sull’indice MSCI Europe tra il 2004 e il 2018 con i ritorni % annualizzati. (Fonte: elab. su dati Jp Morgan Am)
Rimanere invece investiti nel proprio orizzonte temporale per raggiungere traguardi concordati e nel rispetto del proprio livello di rischio è la sola strategia vincente.
Chi investe PER qualcosa prima inizia a faticare per scegliere un obbiettivo e poi decide come raggiungerlo.
Scelgo prima la meta e, solo dopo, decido la strada da percorrere.
Non pensiamo che questa sia una cosa “romantica”, perché – vi assicuro – non lo è.
È invece molto faticoso; il nostro cervello rimane ancorato alla nostra area comfort, scegliendo alla vecchia maniera del cosa c’è di buono che va bene? Perché io in realtà non ho obiettivi, il mio denaro devesolo rendere e tutto il resto sono balle!
Torniamo quindi al punto di partenza, scelgo di investire IN qualcosa e non PER qualcosa.
Se scelgo con un obiettivo l’investimento, Trump con i suoi tweet, Huawei e la Cina o Salvini con Di Maio che bisticciano, l’immigrazione e quant’altro possa influenzare il mercato verranno percepiti come fastidi, turbolenze che non comprometteranno il mio traguardo.
Se mi viene il dubbio di interrompere il pac iniziato per accantonare denaro per l’università dei figli, oppure di non versare più nel fondo pensione che servirà in futuro, perché il mercato crolla, la sola domanda da porsi è: ne o ancora bisogno? Cosa è cambiato?
Se la risposta è sì ne ho ancora bisogno, l’unica cosa da fare è rispettare la strategia che si è scelta per raggiungere lo scopo prefissato.